CHI È L'AVVOCATO TRIBUTARISTA E COSA FA? QUANTO COSTA?
DOMANDE FREQUENTI (FaQ)
Vuoi sapere di cosa si occupa un avvocato tributarista?
Hai ricevuto un avviso di accertamento o una cartella di pagamento e vuoi sapere cosa fare?
Ti stai chiedendo cos’è un’intimazione di pagamento o se l’Agenzia delle entrate può iscrivere ipoteca fiscale?
Hai subito un pignoramento da parte dell’Agenzia delle entrate Riscossione (ex Equitalia) o un fermo amminstrativo?
Leggi le risposte e contattaci per ogni ulteriore informazione o esigenza
Avvocato tributarista, chi è?
Un avvocato tributarista (o avvocato fiscalista) è un avvocato esperto in ambito fiscale.
C’è differenza tra avvocato tributarista, avvocato fiscalista, avvocato tributario o fiscale?
Non c’è nessuna differenza, sono tutti sinonimi (più o meno corretti).
Hai altre domande? Leggi qui sotto oppure scrivici!
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Avvocato tributarista, chi è, cosa fa e quanto costa?
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Chi è l'avvocato tributarista?
Si tratta di un avvocato che ha maturato una competenza specialistica in materia fiscale, occupandosi prevalentemente di tematiche tributarie.
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Cosa fa un avvocato tributarista?
L’avvocato tributarista (tributario o fiscalista) difende i contribuenti (imprese o persone fisiche) nei rapporti col Fisco.
Un avvocato tributarista/fiscalista si occupa anzitutto di contenzioso tributario: redige ricorsi contro avvisi di accertamento, cartelle di pagamento o altri atti impositivi ricevuti dai clienti, con cui ne chiede l’annullamento o anche solo di ridurne l’importo (dipende dai casi), e rappresenta (così si dice) i clienti in Corte di Giustizia Tributaria (ex commissione tributaria) oppure, se cassazionista, anche in Corte di Cassazione.
Si (pre)occupa inoltre di prevenire ed evitare una lite fiscale, cercando di:
- assistere i clienti nel corso delle verifiche fiscali, per assicurarsi che i verificatori rispettino le regole (proprio così!) e che formulino contestazioni anche dove è tutto regolare;
- raggiungere accordi con l’Agenzia delle Entrate (accertamento con adesione, conciliazione, etc.)
- ottenere l’annullamento di atti impositivi palesemente errati mediante richieste di annullamento in autotutela
- far ottenere comunque riduzioni dell’imposta dovuta o delle sanzioni in tutti quei casi in cui i margini per proporre ricorso sono limitati.
Svolge inoltre – e, anzi, prima di tutto – attività stragiudiziale (consulenza fiscale): riconoscere i problemi ed evitarli prima ancora che possano nascere è sempre la scelta vincente (prevenire è meglio che curare!).
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E un avvocato tributarista Cassazionista
Un avvocato tributarista Cassazionista è un avvocato tributarista che è anche abilitato a patrocinare (così si dice) davanti alla Corte di Cassazione (non tutti gli avvocati possono).
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Come si diventa avvocato tributarista?
Per diventare avvocato tributarista è necessario anzitutto essere avvocati abilitati.
Inoltre, occorre aver maturato una specifica formazione e una considerevole esperienza nella gestione di tematiche fiscali.
Infine, vista la particolare complessità delle problematiche fiscali, poiché le norme fiscali cambiano molto più ripetutamente e velocemente di ogni altro settore del diritto, è fondamentale essere costantemente aggiornati e sempre sul pezzo.
Tutti gli avvocati tributaristi di SOS-Fisco hanno maturato una notevole esperienza nel settore, assistendo imprese di rilevante dimensioni e persone fisiche su questioni di particolare rilevanza e complessità e dedicano una notevole parte del loro tempo al continuo aggiornamento professionale.
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Tra un avvocato tributarista e un commercialista a chi è meglio rivolgersi?
Come in ogni cosa non esiste un meglio e un peggio in termini assoluti e la scelta può dipendere dalle esigenze.
Di norma, può essere preferibile rivolgersi a un avvocato tributarista se bisogna impugnare un avviso di accertamento/una cartella di pagamento/un'intimazione di pagamento/etc. o per avere risposte a questioni fiscali particolarmente complesse che richiedono un approfondito esame della giurisprudenza e dei principi giuridici.
Occorre invece senz’altro rivolgersi a un commercialista per la gestione degli adempimenti ordinari e per la presentazione delle dichiarazioni.
In ogni caso, ogni questione richiede una valutazione a sé e ogni professionista può essere più o meno bravo a fare quello di cui si occupa.
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Quanto costa un avvocato tributarista?
Il costo di un avvocato tributarista dipende essenzialmente da due fattori i) il valore della questione trattata e ii) la sua complessità. Inoltre, anche l’urgenza incide sul costo.
Oggi non esistono più delle tariffe obbligatorie, per cui ogni professionista è libero di definire i propri onorari con il cliente.
Esistono dei parametri di riferimento, che servono ai giudici per decidere l’importo delle spese di lite a cui condannare l’Ufficio in caso di soccombenza.
Ricorso tributario, quanto costa, chi paga?
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Quanto costa fare ricorso?
Il costo per fare ricorso in Corte Tributaria (ex Commissione Tributaria) è dato da:
- gli onorari dell’avvocato tributarista e/o di altro professionista che difende il contribuente;
- il contributo unificato, che occorre pagare per presentare ricorso.
Il costo del Contributo Unificato varia a seconda del valore della lite.
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Chi paga il compenso dell’avvocato e le spese di lite?
Ciascuna parte è tenuta a corrispondere al proprio avvocato gli onorari e le spese di lite.
In caso di vittoria, tuttavia, tali costi sono (in tutto o in parte) rimborsati dalla parte che ha perso (soccombente).
Accertamento
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Ho ricevuto una verifica da parte dell’Agenzia delle entrate/Guardia di finanza, posso farmi assistere da un professionista?
Come avrebbero dovuto già comunicarti, hai il DIRITTO di farti assistere da un professionista di tua fiducia, e faresti bene a farlo. Contattaci!
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Ho ricevuto un avviso di accertamento, cosa devo fare?
Se hai ricevuto un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle entrate (ad es. per IRES, IRAP, IRPEF, etc.) o un ente locale (ad es. per IMU, Tarsu, Tari, Tasi, etc.) devi subito attivarti per contattare un professionista.
Hai, di norma, 60 giorni di tempo per proporre ricorso, scaduti i quali il tuo atto diventa definitivo (e non potrai più contestarlo).
Conserva la busta della raccomandata (quella con il timbro) o, più probabilmente, la PEC con cui ti è stato inviato e contattaci subito, non c’è tempo da perdere!
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Cosa succede se non faccio ricorso?
Nel caso in cui un avviso di accertamento non venga impugnato entro i termini (ad es., per dimenticanza), l’atto diventa definitivo e l’agente della riscossione procederà, decorso un certo periodo, all’adozione di misure cautelari (es. fermo/ipoteca) o all’avvio della fase esecutiva.
Salvo casi eccezionali non sarà più possibile impugnare l’avviso e si potrà solo ottenere, al più, una riduzione delle sanzioni o una dilazione delle somme dovute.
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E se faccio ricorso, cosa succede?
Se decidi di presentare ricorso contro un avviso di accertamento (o altro atto impositivo), il tuo avvocato tributarista si occuperà di tutto.
Dopo la presentazione del ricorso, di norma verrà fissata la data di trattazione è poi seguirà la decisione. I tempi variano da Corte a Corte e non sempre è facile fare previsioni.
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La presentazione del ricorso mi consente di non pagare?
Di norma, nel corso del giudizio di primo grado contro un avviso di accertamento si è tenuti a pagare solo 1/3 delle imposte accertate.
Per alcuni tributi (es. locali) possono rendersi dovute somme maggiori.
In ogni caso, al sussistere dei presupposti di legge, è possibile chiedere la sospensione dell’atto impugnato.
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Se vinco, entro quando mi verranno restituite le somme versate?
Per legge, l’Ufficio è tenuto a rimborsare le somme versate nel corso del giudizio dal contribuente vittorioso entro 90gg. dalla notifica della sentenza.
Se non lo fa, è possibile chiedere al Giudice che vi provveda (ottemperanza).
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Ho ricevuto una sentenza sfavorevole, entro quanto devo impugnarla?
Se non è stata notificata, di norma hai 6 mesi di tempo (più l’eventuale sospensione feriale).
Se è stata notificata, di norma hai solo 60 gg. (più l’eventuale sospensione feriale).
In entrambi i casi, non c’è da aspettare!
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Mi sono accorto ti aver pagato più tasse del dovuto, cosa posso fare?
Innanzitutto, è opportuno verificare bene, come purtroppo talvolta accade, che non sia solo una speranza.
Se fosse confermato, esistono vari strumenti a disposizione, tra cui la possibilità di presentare istanza di rimborso.
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Ho ricevuto un invito a comparire, di che si tratta?
Spesso, per legge, prima di procedere all’emissione di un avviso di accertamento, l’ufficio impositore (es. Agenzia delle entrate) è tenuto a notificare un invito a comparire.
Si tratta di un atto con cui invita il contribuente a discutere in contraddittorio delle possibili contestazioni a suo carico e a definirle bonariamente.
Se è il tuo caso, contattaci senza aspettare!
Riscossione
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Cos’è una cartella di pagamento?
La cartella di pagamento è il primo atto della riscossione, quello con cui l’agente della riscossione informa il contribuente che è tenuto a pagare delle somme a vario titolo (ad es. perché ha ricevuto un atto che non ha impugnato) nei confronti di vari enti (Agenzia delle entrate, ma non solo) e gli ordina di corrisponderle entro 60 gg.
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Come faccio a sapere cosa mi viene chiesto di pagare?
Nel dettaglio degli addebiti di norma è riportata la specifica delle somme di cui viene richiesto il pagamento.
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Ho ricevuto una cartella di pagamento (cartella esattoriale), posso impugnarla?
Di norma, le cartelle di pagamento sono impugnabili solo per cc.dd. vizi propri. Non è possibile, cioè, contestare i vizi dell’atto c.d. presupposto (ad es. l’avviso di accertamento).
In alcuni limitati casi (ad es., se l’avviso di accertamento non ti è stato notificato) è possibile, impugnando la cartella, contestare anche i vizi dell’avviso.
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Dove si impugna una cartella di pagamento?
Dipende.
Con le cartelle di pagamento possono essere richieste le somme più disparate (tributi, contributi previdenziali, multe, etc.).
Per stabilire il giudice competente, è necessario verificare per che cosa è richiesto il pagamento.
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Cosa succede se non impugno e non pago?
L’agente della riscossione procederà all’adozione di misure cautelari (ad es. fermo/ipoteca) e all’avvio della fase esecutiva (pignoramento mobiliare, immobiliare, presso terzi).
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Che cos’è un’intimazione di pagamento?
Un'intimazione di pagamento è un atto con cui l’agente della riscossione sollecita il pagamento. È notificato, di norma, dopo un avviso di accertamento o una cartella di pagamento se, entro 1 anno, non è stata ancora avviata l’esecuzione. Decorsi 5 giorni dalla notifica l’Ufficio può procedere ad avviare l’esecuzione (es. pignoramento).
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Dopo quanto tempo dalla notifica di un’intimazione di pagamento è possibile procedere a pignoramento?
L’intimazione di pagamento cessa di avere efficacia 180 giorni dopo la notifica, se non è iniziato il pignoramento.
In tal caso, l’Agente della riscossione, prima di procedere a un pignoramento dovrà notificare una nuova intimazione di pagamento.
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È impugnabile l’estratto di ruolo?
Dal 2021 l’estratto di ruolo non è più autonomamente impugnabile, a meno che il contribuente non dimostri che dall’iscrizione a ruolo possa derivargli:
- un pregiudizio per la partecipazione a gare d’appalto;
- il blocco di pagamenti dovuti a suo favore da soggetti pubblici;
- la perdita di altro beneficio nei rapporti con la PA.
La questione è stata comunque rimessa alla Corte Costituzionale, che, con sentenza n. 190/2023 ha dichiarato la questione inammissibile e invitato il Governo ad intervenire per la revisione del sistema nazionale della riscossione.
Al seguente link il testo della sentenza della Corte Costituzionale n. 190/2023.
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Ho ricevuto una cartella di pagamento ma non riesco a pagare le somme indicate, è possibile chiedere una dilazione?
Ricevuta una cartella di pagamento è possibile chiedere la rateazione, in un numero variabile da 72 a 120 rate, a seconda degli importi e delle condizioni del contribuente.
Contattaci per maggiori dettagli.
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Dopo quante rate non pagate si dacade da una rateizzo con Equitalia?
Ad oggi, la decadenza dalla rateazione con l’agente della riscossione si verifica dopo il mancato pagamento di 5 rate, anche non consecutive.
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La mia autovettura è stata sottoposta a fermo amministrativo, posso circolare?
Non è possibile circolare se l’automobile è stata assoggettata a fermo amministrativo.
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Può essere iscritta ipoteca sulla prima casa?
Sì, se il debito è almeno pari o maggiore a 20.000 euro.
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La prima casa può essere pignorata?
Non è ammesso il pignoramento della prima casa, ma su essa potrà essere iscritta ipoteca.
È in ogni caso necessario quindi risolvere la questione.
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Cos’è un pignoramento presso terzi?
È un atto con cui l’agente della riscossione ordina alla banca, al datore di lavoro o a un altro soggetto che deve somme al debitore (terzi) di bloccare ogni somma dovuta al debitore e di versare tale somma all’agente della riscossione.
Senza una sospensione/annullamento, i terzi non possono più movimentare le somme a favore del debitore.
SOS-FISCO, scopri di più
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Perché SOS-Fisco?
SOS è la sigla internazionalmente riconosciuta per chi ha bisogno di aiuto (Save Our Souls).
Fornire aiuto e assistenza a clienti in difficoltà con problematiche fiscali è esattamente quello che facciamo, quotidianamente, da oltre 15 anni.
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SOS-Fisco è uno studio legale?
SOS-Fisco è un brand.
Siamo avvocati tributaristi con notevole e consolidata esperienza in ambito fiscale.
Lavoriamo insieme da anni, ognuno con i propri clienti, abbiamo stima reciproca e piena consapevolezza delle rispettive capacità.
Abbiamo deciso di aprire un sito internet per poter raggiungere potenziali clienti in tutta Italia e offrire la nostra assistenza anche a chi è fisicamente distante.
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SOS-Fisco ha una sede fisica?
Abbiamo deciso di non avere una sede fissa perché:
1) siamo spesso in viaggio per risolvere i problemi dei nostri clienti;
2) nel frenetico mondo di oggi, in cui le riunioni aziendali non si tengono quasi più in presenza e ognuno di noi si rivolge a internet per acquistare prodotti o servizi, riteniamo che anche l’attività professionale possa svolgersi (almeno inizialmente) da remoto;
3) l’avvento del processo telematico consente oggi ai professionisti, ancor più che in passato, di gestire contenziosi in ogni parte d’Italia, direttamente dalla propria scrivania: non è più necessario, come si riteneva un tempo, rivolgersi all’avvocato “del posto”;
4) non ci interessa “impressionare” i clienti con location prestigiose, quadri (o, spesso, stampe) alle pareti, e altri orpelli che servono solo a dare l’immagine di una maggiore professionalità (talvolta presunta) e/o a giustificare parcelle più onerose.
Ci interessa fornire ai nostri clienti la migliore assistenza professionalmente qualificata possibile.
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In cosa si differenzia SOS-Fisco dagli altri siti?
Esistono molti siti che pubblicizzano servizi professionali e legali on line.
Il più delle volte (ma ovviamente varia da caso a caso), si tratta di siti che fanno solo da intermediari. Raccolgono la richiesta dal web e la propongono ai vari avvocati registrati sui loro siti. Manca, di norma, una conoscenza/valutazione da parte della piattaforma delle effettive capacità/competenze del professionista, che viene messo in contatto con il cliente.
Noi non facciamo questo.
SOS-Fisco è un sito operato da avvocati tributaristi. Nessuna attività di mera intermediazione, ma professionisti veri al servizio del cliente.
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E se avessi bisogno di incontrarvi di persona?
Nessun problema!
Disponiamo di sale riunioni e sedi operative nelle principali città italiane.
E, se neppure dovesse bastare, siamo sempre pronti a raggiungervi in azienda per discutere delle vostre problematiche.
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Chi mi assisterà?
Subito dopo il primo contatto, e prima di conferirci un incarico formale, ti verrà comunicato il nome del professionista che seguirà la tua pratica, dall’inizio alla fine.
Ti verrà inoltre sottoposto un preventivo chiaro, senza fronzoli e con tutte le indicazioni normativamente previste. Saprai sempre chi si sta occupando di te.
E se ancora non hai trovato una risposta? Contattaci subito!
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